Con le briciole di pane anche il povero Pollicino si perse nel bosco… Gli uccellini le mangiarono tutte e lui non riuscì più a riportare i fratellini a casa.
Eh sì, perché le briciole non ci riempiono e non ci appagano… Le briciole sono per definizione BRICIOLE e non saziano, non possono farlo. Ma allora come mai molti si accontentano di queste benedette briciole? Di avanzi di relazioni e affetti? Di tempi morti da riempire con moltitudini di cose da fare in cerca di scampoli di apparente felicità? Forse perché pensiamo di valere così poco e che questo sia il massimo che ci meritiamo, il meglio a cui possiamo aspirare.
E se non fosse così? E se ci meritassimo qualcosa in più? Prima però bisogna ammettere che c’è qualcosa in più a cui ambire. Il più grosso danno ce lo reca l’abitudine a vivere in un certo modo, quel senso di appagatezza sperimentato da chi pensa che non ci sia altro oltre a quello. Ed è anche comprensibile. Se vivo da sempre in un ambiente (che siano la famiglia, gli amici o gli amori), dove i rapporti sono fatti di briciole, di ritagli di tempo avanzati dal resto, e che vanno quindi riempiti in qualche modo, di scampoli di affetto mordi e fuggi, è chiaro che quella diventa la mia normalità. Ci si comporta così perché ho sempre visto fare solo quello. Fin qui non fa una piega.
Ma cosa accade quando si apre un piccolo spiraglio, una veduta più ampia della nostra abituale? Entriamo in crisi.
Crisi è una splendida parola che siamo riusciti a rovinare. I greci la usavano per indicare momenti di riflessione, di valutazione, di discernimento, tutte sfumature che possono essere il presupposto necessario per un miglioramento, per una rinascita, per un rifiorire prossimo. Per noi significa invece un peggioramento della situazione.
Proviamo ad usare il senso greco. Se scorgiamo uno spiraglio, una veduta, un segnale attraverso altre persone che ci mostrano un modo diverso di amare, più completo, più ampio, più appagante, osserviamolo. Direi che è il primo passo. Fermiamoci a guardare e poi pensiamo alle nostre briciole…
Le briciole sono il pane di chi si accontenta, si può dire o è troppo estremo? Chi mangia briciole non si sazia, o meglio, prima che si sazi sai quante ne deve mangiare? Nei rapporti umani vale un po’ la stessa regola. Non possono appagarti quelli dove il tempo per l’altro/a non c’è o dove l’affetto è misurato col contagocce.
Se ho fame mi siedo a tavola e mangio di gusto, non faccio la ronda alle briciole che cadono nei piatti degli altri. Un consiglio? Io mangio con le mani e le briciole, se me ne restano, le lascio alle formiche… Per loro è veramente un bel banchetto, in fondo è tutta una questione di punti di vista e… abitudini!
Buon appetito!